lunedì 18 aprile 2011

La rivoluzione informatica dopo il 2001 _ (parte VIII)

L'11 settembre 2001 crollano, per mezzo dello schianto di due aerei, due torri  gemelli, a New York, e con esse un capitolo della storia dell'umanità si chiude. L'implosione delle  due torri è il lamento del sud che reclama il suo posto nel mondo e lo fa attraverso gli strumenti creati dal nord: la globalizzazione, i mass-media, i satelliti..
La "rivoluzione" informatica, largamente anticipata negli anni '60, oggi è realtà quotidiana. Ogni piccolo gesto fatto ce lo rammenta, dal premere il tasto del nostro personal computer al leggere il giornale con il nostro i-phone, e ci  ricolloca in una posizione ben precisa: l'era dell'informazione o la terza ondata.
L'architettura come è giusto che sia, nell'era dell'informazione, muta i suoi strumenti, le sue logiche e i suoi protagonisti.
Essa cambia temi, ma la sua dualità rimane. Se un tempo era Williams Morris con "l'art & craft " a combattere i cambiamenti portati dalla rivoluzione industriale ed il nuovo gusto che essa ne provocava, oggi i temi dell'uso consapevole delle risorse si oppongono alle case interattive dei ricchissimi (alla società dello
Y$).
Le tensioni che nascono dalle contrapposizioni sono la vera forza motrice che permette l'inizio della vera ricerca.
Fra i temi affrontati della ricerca architettonica negli anni '90, uno risalta senza ombra di dubbio, quello del "paesaggio",cioè l'interesse nel mettere elementi caratteristici della formazione dell'ambiente all'interno dei processi creativi.
Il paesaggio che cercano di dare forma gli architetti di nuova generazione sono interattivi, dinamici e formati da geometrie topologiche o parametriche caratteristiche del linguaggio  elettronico.
Il paesaggio informatico dato dall'attenzione verso la scienza contemporanea dalle sue indagini e simulazioni: ora si guardano le nuvole ed i suoi processi, il DNA, i tifoni ...
Un esempio molto interessante è quello datoci dal gruppo United Architects, per il World Trade Center a New York .Una serie di grattacieli che si intrecciano si ramificano l'uno con l'altro lasciando un vuoto nell'area centrale dove prima vi si erigevano le due torri.
Il mondo odierno è caratterizzato dalle mille informazione, non ci si stupisce se esistono più schermi che alberi n una città dove lo schermo è onnipresente.
Lo schermo ha una doppia intrigante caratteristica da una parte è una superficie bidimensionale, dall'altra e portatore di "profondità" illusionistica e interattiva. E' forse questa duplice condizione a invogliare architetti come Herzog & De Meuron a rivestire un intero stadio con una pelle plastica che contiene le luci cangianti delle diverse squadre che giocano all'interno.






      

Nessun commento:

Posta un commento